Ipotiroidismo

L’ipotiroidismo primitivo è una condizione in cui la ghiandola tiroidea, non è più in grado di produrre una quota di ormoni liberi (FT3 e FT4) tale, da essere in grado da garantire una normale situazione di eutiroidismo.

E’ sicuramente la patologia tiroidea più frequente riscontro insieme alla patologia nodulare, ed ha una prevalenza che può variare dal 2 al 7% della popolazione generale, colpendo in maniera più significativa la popolazione femminile. La causa è riconducibile nella stragrande maggioranza dei casi, alla presenza in circolo di alcuni anticorpi anti-tiroide come gli anticorpi anti-tireoglobulina (AbTg) e anticorpi anti-tireoperossidasi (AbTPO), caratterizzanti la cosiddetta “tiroidite cronica autoimmune” o “tiroidite di Hashimoto”.
La presenza in circolo di questi anticorpi anti-tiroide, può portare nel corso degli anni, in una buona percentuale di pazienti, ad un ridotto funzionamento della ghiandola tiroidea, determinando quindi una situazione di ipotiroidismo, per un insufficiente produzione di ormoni tiroidei.

Tale condizione è senza dubbio la più comune, ma esistono altre cause di ipotiroidismo: in particolare, un’altra situazione di ipotiroidismo molto comune, è quella “iatrogena”, in pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di tiroidectomia totale, terapia radiometabolica con iodio radioattivo (131-I) oppure in pazienti in terapia cronica con farmaci come amiodarone, sali di litio, ecc…
Cause più rare di ipotiroidismo sono invece quelle di origine ipofisaria, dovute principalmente ad esiti di interventi chirurgici sulla ghiandola pituitaria o per la presenza di adenomi ipofisari, in grado di alterare la normale secrezione del TSH.

Qualunque possa essere la causa di ipotiroidismo, come riportato anche dalle più recenti linee guida per il trattamento dell’ipotiroidismo, la terapia di scelta è quella con la levotiroxina (LT4). La terapia con levotiroxina è inoltre una delle più somministrate al mondo, con un assorbimento a livello gastro-eterico, che può variare dal 60 all’80% e che pertanto può richiedere anche in corso di terapia, piccoli aggiustamenti della posologia. Tali variazioni sono principalmente legate all’assunzione di altri farmaci (es. inibitori di pompa protonica), alimenti (es. soia) e alle modalità di somministrazione: infatti per quanto riguarda la formulazione in compresse, quest’ultima richiede una condizione di digiuno, e almeno 30 minuti a stomaco vuoto dopo l’assunzione per ottenere un assorbimento ottimale. Tali difficoltà sono state recentemente “aggirate” con l’introduzione in commercio di altre formulazioni, come quella liquida e le più recenti capsule soft-gel.